VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI DEL TIRO - REAZIONI AL COLPO

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VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI DEL TIRO - REAZIONI AL COLPO

Messaggioda Silvio Biagini » 10 ott 2011, 11:22

Nelle chiacchierate fatta a riguardo di un calibro o di un altro sono intervenuti diversi lettori apportando conoscenze, con le loro esperienze, quelle di amici o di altri, utili ad approfondire l’argomento “capacità di abbattimento pulito” che deve essere considerato l’obiettivo di ogni cacciatore che, conscio del fatto che sta deliberatamente privando della vita un essere vivente, vuole abbattere la sua preda impartendo il minimo di sofferenza. Quante certezze ci sono che questo avvenga sempre e con metodicità secondo una casistica ben precisa e inconfutabile? Come perito balistico osservo che, dal punto di vista della balistica terminale, le certezze sono poche. Qualche cacciatore professionista ed accompagnatore afferma, invece, che sono nulle e che non esistono regole fisse per valutare il piazzamento del colpo. Questo aspetto, in particolare, è quello che vorrei utilizzare per aprire uno scambio di vedute tra gli amici del forum che hanno effettuato abbattimenti e si ricordano quello che hanno visto al momento dell’impatto e poi controllato effettivamente il risultato sulla preda. Se ci sarà questa partecipazione indubbiamente tutti potranno trarne beneficio ed osservare come la variabilità di reazioni può essere talmente ampia da consentire o meno la formulazione di schemi rigidi che possono classificare la reazione dell’animale al colpo.

In teoria le componenti che intervengono nella valutazione degli effetti di una fucilata su di un selvatico possono essere:
1. Specie, sesso e classe di età;
2. Periodo biologico;
3. Condizione psicologica (pascolo, pre allarme, allarme, fermo dopo una breve fuga);
4. Tipo di caccia praticato (cerca, aspetto, girata/battuta/braccata solo per i cinghiali);
5. Calibro, tipologia e peso di palla;
6. Distanza di tiro, angolo di sito, angolo di impatto;
7. Posizione dell’animale al momento dell’impatto (si riallaccia all’angolo di impatto, ovvero frontale, laterale, diagonale);
8. Stato di moto dell’animale (fermo o in movimento lento, rapido o in corsa).

Quest’ultima componente nella sua parte in movimento avrà un “paragrafo” dedicato.
L’elenco evidenzia che è logico aspettarsi modalità di reazione ai colpi che possono essere diverse e soggettive anche a seguito di una lesione similare. La sola condizione psicologica, per esempio in caso di allarme, può aumentare la produzione di adrenalina e quindi la resistenza e vitalità oltre alla prontezza alla fuga secondo il tipo di impatto.

L’elenco dei comportamenti più comuni a seconda del punto attinto dalla palla può essere impostato seguendo l’ordine formulato da un biologo-cacciatore durante un corso di selecontrollo a cervidi, bovidi e suidi, ovvero:
- Colpi mortali che determinano la caduta sul posto (anschuss nella terminologia mitteleuropea) o poco distante;
- Colpi mortali ma seguiti da allontanamenti anche consistenti dall’anschuss;
- Colpi non mortali, quasi sempre seguiti dal decesso del capo a distanza di tempo e dal posto.

Partendo dal presupposto di utilizzare un calibro adeguato per caricamento, tipo e peso di palla si può ipotizzare che i:
COLPI MORTALI CHE DETERMINANO LA CADUTA SUL POSTO O POCO DISTANTE sono:
1. Colpo al cuore: il colpo è ovviamente letale e solitamente l’animale crolla a terra all’istante o, al massimo, compie un balzo in avanti sulle zampe posteriori e con le zampe anteriori più o meno leggermente piegate. Se l’animale era in “allarme” (adrenalina in circolo) può capitare che si lanci in una ultima corsa che può anche portare all’ipotesi di non aver colpito l’animale (se non si è visto l’impatto del colpo), la corsa per lo più rettilinea durerà al massimo qualche decina di metri. Sul posto (anschuss) e sul proseguimento delle linea di tiro dopo il foro di uscita spruzzata di sangue rosso chiaro;
2. Colpo poco sopra al cuore: dopo il colpo l’animale fa un balzo iniziale e scatta in una breve corsa di alcune decine di metri. Il sangue è rosso e leggermente schiumoso;
3. Colpo preciso al collo: centrando le vertebre cervicali l’animale cade fulminato; nel caso vengano colpite giugulari e carotide la morte sopravviene dopo alcuni minuti e dopo una fuga più o meno lunga. Il sangue sarà abbondante e chiaro. Si tratta di un tiro difficile (anche da fermo) e quindi da evitare (vedremo il perché nei colpi non mortali);
4. Colpo alto (spina dorsale primo terzo): quando il proiettile frattura la spina dorsale nel primo terzo prima degli arti anteriori o all’altezza degli arti anteriori l’animale stramazza a terra istantaneamente e la morte è immediata; se colpito nella metà della spina dorsale la parte posteriore è immediatamente paralizzata e l’animale può tentare di trascinarsi via dall’anschuss usando gli arti anteriori. È necessario il colpo di grazia.
5. Colpo basso (davanti al cuore): si verifica quando il colpo è diretto abbondantemente davanti al cuore e attraversa (a seconda dell’angolo di impatto) una o entrambe le zampe anteriori. L’animale crolla a terra con il collo in avanti. Il sangue è chiaro e copioso può essere opportuno tirare subito un secondo colpo.

Non annovero molti abbattimenti al mio attivo ma dei casi elencati ne ricordo molto chiaramente uno con un daino balestrone tirato a circa 170m con il 6,5x68. L’animale era in posizione laterale in leggero movimento da sinistra verso destra. Fermato dall’accompagnatore con il “trucco” del fischio, l’ho colpito davanti al cuore ed ho spezzato l’arto anteriore destro. L’impatto, percepito chiaramente anche con il suono prodotto (ne parleremo più avanti), ha fatto inginocchiare il selvatico che rialzatosi quasi subito a cercato di riprendere il cammino su tre zampe ma si è fermato dopo neanche una decina di metri crollando di nuovo sulle zampe anteriori poi, abbassate anche le posteriori, si è disteso sul fianco ed è spirato. Nel frattempo avevo ricaricato il Mannlicher pronto per tirare il colpo di grazia che, fortunatamente, non si è reso necessario. L’esame della spoglia durante la pulizia ha evidenziato un foro di entrata normale della RWS KS da 106gr che, tuttavia, all’impatto con l’osso della spalla destra si è frantumata producendo schegge di piombo e di osso che hanno provocato una cavità permanente di una certa entità nel primo terzo del tramite ed un foro di uscita davanti alla spalla sinistra di tre-quattro centimetri. In termini balistici la scelta del tipo e peso di palla si è dimostrata non molto idonea, probabilmente una palla monolitica, pur con la velocità del 6,5x68, avrebbe prodotto meno danno alla spoglia assicurando lo stesso l'abbattimento.
Altre esperienze personali che possano confermare i vari tipi di colpi mortali? Saluti, SB
Silvio Biagini
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