La ghiandaia...questa simpatica caciarona.

[Carlo 1]

Questa sera vi voglio lasciare una ricetta riveduta e corretta secondo i gusti di casa mia. Pratico ,si può dire ,esclusivamente la caccia al colombaccio da appostamento ma ai colombacci migratori, ottobrini e solo nel bosco. Pur rispettando le altre forme di caccia a questo celeste pennuto, non vedrete mai Carlo cacciarlo fuori dal bosco, la caccia al campo non mi attira. Scusate la digressione ma era per introdurre il discorso ghiandaia. Ebbene durante quelle giornate di stanca sul capanno, quando vedi migrare le ultime rondinelle e nient'altro mi capita abbastanza frequentemente tirare alle ghiandaie quando si avvicinano rispondendo al mio richiamo a bocca. Non è facile, soggetto sospettoso ma ci riesco a portarle a tiro. Così durante la stagione ne metto in frigo diverse e....bisogna onorarle, come? La stagione si avvia verso l'inverno e a casa mia in quelle giornate grigie, da caminetto, è d'obbligo la polenta e quindi polenta al sugo di ghiandaia. La ricetta: dopo aver tagliato a pezzi le ghiandaie, bisogna preparare il solito trito, carota, cipolla, sedano più salvia,rosmarino, timo. Far rosolare il tutto in una casseruola con un bicchiere di vino , ci andrebbe un bianco ma io ci metto un rosso corposo. Sfumato il vino aggiungere brodo a copertura e lasciar cuocere lentamente per 1 ora e mezza e cmq fin quando la carne non si separa dalle ossa con facilità, perché, poi bisogna disossarle, tritarle finemente a coltello rimetterle in cottura per pochi minuti , volendo aggiungendo del brandy. Tutta la poltiglietta che rimane va spalmata sulla polenta. Ora , dalle mie parti, anche se vivo sul mare, le mie origini sono contadine del Lazio preappeninico e la polenta si mangiava spalmata sulla spianatoia di legno e si perché il legno deve assorbire l'umidità della polenta altrimenti nel piatto suda , diventa un guazzetto. Così noi gustiamo le ghiandaie , poi ci si può fare anche il riso ma quella è un altra storia.