Salve a tutti,
negli ultimi anni, noi marchigiani, avevamo assistito a una serie di ricorsi al TAR nei confronti dei nostri Calendari Venatori in cui, i nostri amici animalisti, adducevano ogni tipo di corbelleria, per cercare di farli annullare o, almeno di fare azione di disturbo. Fortunatamente avevano registrato sconfitte a tutto tondo, tanto che un nostro presidente regionale di associazione venatoria aveva pubblicato un articolo intitolato "Adesso basta", come per dire da ora non avrete più argomenti, lasciateci in pace! Poveretto, quanto si era illuso, sottovalutava la fantasia di questi esseri.
Infatti nel ricorso presentato la scorsa settimana introducono una tesi che definisco veramente rivoluzionaria e che potrebbe cambiare il futuro della caccia, sostengono che l'arco temporale di cacciabilità di una specie, che non deve superare i tre mesi previsti dalla Legge 157/92, vada calcolato a partire dal primo giorno di cacciabilità, senza tener conto dei periodi di interruzione previsti dal calendario, in pratica e a esempio, il Colombaccio che era cacciabile già il I° settembre deve essere necessariamente chiuso il 30 novembre, poiché a quella data saranno trascorsi i tre mesi fatidici, anche se era stato richiuso per parecchie giornate nel mese di settembre. I tre mesi quindi, secondo loro, non vanno computati come somma delle giornate cacciabili, ma vanno intesi come arco temporale in senso stretto.
In caso di un pronunciamento sfavorevole del giudice amministrativo il dramma sarebbe che per portare in cacciabilità il Colombaccio al 10 febbraio, come prescrive l'ISPRA, bisognerebbe aprirlo non prima del 10 novembre, sai che allegria! E del Cinghiale non voglio neanche parlarne.